Biografia di Andrea Algerì

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Immagini d'epoca del fotografo militellese Andrea Algeri 1877 - 1923

TRATTO DALLA PUBBLICAZIONE FOTOGRAFI DI PAESE a cura del Dott. Sergio Todesco



Andrea Algerì nacque a Militello Rosmarino nel 1877 e quivi trascorse la sua non lunga esistenza esercitando, probabilmente a partire dagli ultimi anni del secolo, l’attività di fotografo.

Della sua vita non si conoscono molti particolari. Il padre, Giuseppe, apparteneva alla borghesia terriera, ceto sociale che nella seconda metà dell’ottocento conduceva una esistenza ancora abbastanza agiata; la madre, Teresa Anello, proveniva da un ceto più elevato, o almeno considerato tale, potendo contare nella propria famiglia elementi inseriti tutti in una classe impiegatizia medio-alta (insegnanti, notali, speziali, ect.) che godeva di largo e consolidato prestigio, soprattutto in un ambiente paesano quale quello militellese. Algerì, non sappiamo quando, sposò una insegnante elementare, Filippa Cartaraso, da cui ebbe una figlia, Lina. Egli aprì, e mantenne fino alla morte, il suo laboratorio in Via Umberto, in uno stabile facente parte dell’ex Monastero delle Benedettine situato proprio dirimpetto la sua abitazione. Oggi il Monastero non esiste più, essendone stata demolita l’ultima ala intorno alla metà degli anni ’70. Algerì aveva molti clienti, trovandosi ad essere l’unico fotografo “stabile” del paese (a differenza dei fotografi girovaghi molto attivi in quel periodo su tutto il territorio della provincia); il lavoro di routine era naturalmente costituito dalle foto per tessera e passaporti, ma la sua produzione, della quale ci rimangono folgoranti esempi, riguarda soprattutto la ritrattistica applicata su singoli soggetti o su interi gruppi familiari in cui manca spesso la figura maschile: è lecito ipotizzare da ciò che le foto commissionategli fossero in gran parte destinate a raggiungere gli emigrati in America, Argentina, Australia fornendo ad essi notizie e trasmettendo messaggi iconici sulle famiglie rimaste in Italia.

Ancora oggi alcuni informatori ricordano che da Algerì si recassero abitualmente i novelli sposi per la tradizionale foto degli otto giorni (scattata otto giorni dopo il matrimonio).

Nonostante la sua attività principale fosse quella di fotografo, Algerì viene ancora ricordato per la sua abilità nel riparare orologi, fucili, pistole e meccanismi di precisione in genere. Praticava con passione la caccia, ma l’attività venatoria non lo indusse mai, per quanto possiamo arguire dalla produzione superstite, ad estendere il raggio d’azione dalla pratica di fotografo oltre i naturali confini del territorio paesano.

Andrea Algerì morì a Militello il 10 dicembre 1923 per complicazione insorte in seguito ad un’ulcera. Le sue spoglie sono oggi conservate nel cimitero del paese.